No Man's Sky: pubblicità legittima. Forse ci siamo autoingannati

No Man's Sky Diplo

Sean Murray e Hello Games assolti per non aver fuorviato gli utenti con pubblicità ingannevole.

"Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente", diceva il poeta e drammaturgo tedesco Bertolt Brecht.

La verità dell'Advertising Standards Authority, che a settembre 2016 cominciò a indagare in seguito alle accuse di pubblicità ingannevole di No Man's Sky, è che: "Abbiamo stabilito che gli screenshot e i video pubblicitari sono stati creati utilizzando dei filmati per mostrare il prodotto nel miglior modo possibile. Considerando questo, abbiamo deciso che l'impressione complessiva degli annunci è coerente con il gameplay, non esagerando l'esperienza attesa dai giocatori. In definitiva la pubblicità non ha violato alcuna norma".

La ASA, dunque, ha dato ragione a Hello Games che aveva basato la sua difesa sul fatto che il gioco, essendo generato in maniera procedurale, non avrebbe potuto corrispondere esattamente a ciò che si vede nei filmati e che, sostanzialmente, si tratta dello stesso prodotto: "Il gioco contiene 18 quintilioni di pianeti, ognuno con il uso terreno, meteo, flora e fauna, e sono effettivamente infiniti in termini di dimensioni e portata. L'esperienza dell'utente non è scriptata ed è unica e irripetibile per ogni giocatore".

Le grandi battaglie spaziali, la grandissima varietà della fauna e della flora, la grafica di livello infinitamente superiore a quella della versione finale, la promessa del multiplayer e tante altre feature mostrate nei trailer e non proprio immagine riflessa del risultato finale, non sono state ritenute tanto gravi da essere ingannevoli. Decisione politica al fine di non generare un pericoloso precedente nel settore? Forse sì, forse no. Sicuramente la questione non finisce quì, soprattutto visto il modo in cui No Man's Sky ha cambiato la percezione dell'hype nei videogiochi, ad esempio costringendo Valve a imporre ai publisher di Steam solo screenshot e video in-game e il conduttore dei Game Awards Geoff Keighley a mostrare più gameplay e meno computer grafica proprio a causa di questa vicenda.

Forse non è colpa di Hello Games; forse la colpa è nostra che ci lasciamo troppo spesso trascinare dal lento violento hype generato dalle campagne pubblicitarie.