Viaggio dentro te stesso #8: «Game Over» - Death Stranding

Viaggio dentro te stesso #8: «Game Over?» - Death Stranding

Una sensazione silenziosa verso Lake Knot City, prima che Higgs faccia la sua prima teatrale apparizione.

«Ti proteggerò a ogni costo». Cliff tiene molto a BB. Ormai è chiaro. Sam continua ad avere visioni di lui ogni volta che si connette al "suo BB", ma abbiamo ancora troppo pochi elementi tra le mani per capire esattamente il loro significato.

Tuttavia, nutro forti dubbi sulla dimensione "spazio-temporale" di quelle visioni, poiché mi pare non corrispondano a ciò che aveva affermato Deadman: «Nessun BB è mai durato più di un anno».

Ludens

Un po' di sano cazzeggio ci porta presso la sede del prepper interpretato da Geoff Keghley: Il Fan dei Ludens, la solita kojimata usata come scusa per regalarci l'ologramma del pupazzo gigante dei Ludens, mascotte di Kojima Productions.

Ma non c'è tempo da perdere: la prossima destinazione è Port Knot City. Durante il tragitto continuo a ricevere Mipiacina, apprezzamenti da persone che non conosco ma che hanno trovato utile il mio lavoro e utilizzato percorsi che ho spianato.

Le risalite e le discese ardite

La sconfinata maestosità dei paesaggi è travolgente. Il mondo di Death Stranding non è vuoto, è strapieno di elementi funzionali al gameplay. Il terreno È il gioco, la sua conformazione e la pianificazione che ne deriva è la parte ludica predominante di Death Stranding. L'apparente vuoto attorno scompare ogni volta che connettiamo un nuovo nodo chirale che rende visibili una miriade di strutture e attrezzature lasciate in giro dagli altri giocatori. Perché la narrativa del gioco VUOLE farti percepire la NETTA differenza tra l'essere isolato e l'essere connesso "alla rete".

Scavalcare la zona montuosa più obliqua e frastagliata vista finora, quella tra Capital e Port Knot City, è piuttosto semplice. Ho acquisito una certa familiarità con la fase Stealth guidata dal radar Obradek, dalle sue luci colorate, dalle sue rotazioni al minuto e dal sound design dei suoi sensori acustici. Ma il percorso è comunque abbastanza faticoso da farmi stare con gli occhi spalancati e le orecchie ben aperte. Orecchie che, una volta giunti in cima al picco, vengono assalite dall'armonia spirituale di "Asylums for the Feeling" dei Silent Poets cantata in modo celestiale da Leila Adu.

La sensazione di pace trasmessa da quella discesa rende più leggeri i pacchi sulle spalle di Sam e più lenta la pressione delle mie dita sui tasti L2+R2, tanto che un paio di volte rischio di perdere l'equilibrio. Ma mi godo ogni singolo istante di quella discesa immortale, ricompensa sufficiente per le fatiche compiute finora.

Viktor e Igor

Giunto a Port Knot City faccio la conoscenza del boss a capo di quel centro di distribuzione della Bridges. Si chiama Viktor. Subito dopo aver stabilito la connessione chirale tramite il Q-Pid, nota che Sam porta un ciondolino del "Ludens" appeso alla capsula del BB. Lui ne possiede uno uguale.

«Come lo hai ottenuto», chiede.

«Igor dello Smaltimento Cadaveri», risponde Sam.

Igor era suo fratello e infatti si somigliano molto.

«Prenditi cura del piccoletto», ci dice gentilmente prima di regalarci alcune provviste: sacche di sangue e granate ematiche.

Lampi e tuoni mi fanno sobbalzare ma lui ci tranquillizza: «A Port Knot City non piove mai».

Non noto nulla di particolarmente strano in tutto ciò. Avrei dovuto.

Higgs

Per fortuna tendo sempre a portarmi dietro quante più provviste possibili. Per questo, dopo aver riposato (il gioco ti obbliga a farlo) nella stanza privata ed essermi fatto una bella doccia, non scarico le provviste donatemi da Viktor nell'armadietto privato.

Mentre ripenso alle parole dell'ultima visione di Cliff: «Molto presto uscirai da lì. E appena tutto questo sarà finito, ti porterò ovunque vorrai», mi dirigo verso il porto. Per imbarcarmi? Vedremo.

Salgo di fretta la rampa che porta fuori dal centro di distribuzione, sempre infestata da cartelli online più o meno utili. Stavolta c'è uno strano cartello piazzato proprio lì nel mezzo: CA. «Ma chi è sto coglione che ha messo il cartello CA proprio all'entrata del centro di distribuzione di Port Knot?», penso. Non faccio in tempo a dirlo che subito un arcobaleno rovesciato si manifesta. Il cielo si oscura e Higgs fa la sua prima apparizione.

Si presenta: «Il mio nome è Higgs. La particella di Dio che permea l'intera esistenza», poi volge lo sguardo alle spalle di Sam: «Ah, così sei stata tu a trascinarlo in tutto questo? Battuta ma indomita». Sam si gira: è Fragile.

Soltanto annusandoci riesce a capire che la Presidente Bridget Stand è morta, incenerita, e che Amelie è stata designata per prendere il suo posto. "Com'è possibile", potrei chiedermi, ma in un "Hideo Kojima game" diventa una domanda superflua, inutile.

Non c'è modo di capirlo. Perlomeno non ancora.

«Vedi? Io sono finalmente riuscito a scoprire la verità sul Death Stranding». Beato lui. «Ho legami con tutto quanto... con questo mondo, con l'altro mondo e con il nostro piccolo angelo della morte»: sono le sue ultime parole prima di evocare una gigantesca creatura lovecraftiana tentacolare dalle viscere della melma nera che ormai ha ricoperto tutto il terreno attorno.

Una voragine spazzerebbe via tutta Port Knot City, non posso fallire: devo annientare quella creatura immonda. La tensione è altissima ma per fortuna ho ancora in spalla le granate di Viktor. A livello difficile lo scontro è abbastanza tosto ma nulla d'impossibile. Per un attimo la creatura, sbucata improvvisamente dal sottosuolo, mi sbatte in terra facendomi quasi finire in anemia, ma la trasfusione automatica di sangue e alcune granate ematiche lanciate da figure umanoidi bianche e senza volto che rappresentano i nostri "compagni Sam" online, riescono a farmi completare l'impresa al primo tentativo. Oh yeah!

Game Over?

«Che ne dici? Non è forse questo che hai aspettato per tutta la vita? Un Game Over?», erano state le ultimissime parole pronunciate da Higgs prima di scomparire, anche se non avevo avuto tempo sufficiente per pensarci su, visto che subito dopo ero stato catapultato nello scontro.

Ripensandoci, quelle parole s'infilano nella serratura della mia mente come fossero la chiave di lettura per comprendere la vera natura di Sam, il mio riemerso e immortale compagno di fatiche.

Fanno leva nel tentativo di aprire uno scrigno di pensieri.

Uno scrigno che, almeno per il momento, non può che restare chiuso.


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