Viaggio dentro te stesso #3: «Affezione» - Death Stranding

Viaggio dentro te stesso #3: «Affezione» - Death Stranding

L'ultimo saluto a nostra madre. Un vecchio legame brucia. Un nuovo legame cresce dentro di noi.

«I cadaveri tendono a farti barcollare più del normale carico», ci avvisa il gioco.

Quel corpo, quel sacco impacchettato alla bell'e meglio, lascia decifrare il suo contenuto 'umano' soltanto se si osserva la sua forma, e quel nastrino nastrino rosa legato con attenzione all'altezza del collo. Non è un corpo qualsiasi: è il corpo di nostra madre. La Presidente Bridget Strand, simbolo del Ricostruzionismo americano. Una donna che ha speso tutta la sua vita per riunificare il popolo isolato di un paese che, ormai, è soltanto l'ombra di ciò che era una volta.

«Ti voglio bene Sam». Le sue ultime parole sono un fardello pesantissimo da portare, più del fardello che fisicamente stiamo indossando sulle spalle diretti verso l'inceneritore più vicino.

Ci fermiamo un istante per ripristinare il vigore bevendo dalla nostra borraccia. Il suo contenuto si ricarica automaticamente entrando in contatto con l'acqua, compresa quella piovana, perché è dotata di un'avanzatissima tecnologia filtrante che elimina tutte le particelle invecchianti.

L'HUD dice: "Bevi Monster Energy", tasto X. Per un attimo la magia di quel momento struggente si volatilizza. Un product placement infilato con tale prepotenza nel gameplay tanto da renderlo vitale per la sopravvivenza? È inaccettabile. Anche perché non ha senso alcuno: che c'entra quella schifezza di Monster Energy se la borraccia si ricarica con la cronopioggia e l'acqua dei fiumi?

"L'ennesima vittoria del capitalismo", penso. In fondo è solo un videogioco. Già. Solo un videogioco. Oppure no? Forse la Monster Beverage è l'unica azienda sopravvisuta al disastro post-apocalittico e capace di fornire la tecnologia necessaria all'idratazione umana?

Sorrido per non piangere.

Perché tu sei una parte di me e io una parte di te

Mentre rimpiango la Nuka Cola di Fallout, ormai disconnesso dalla rete emozionale delle azioni che il mio avatar sta compiendo, ecco partire "Bones" dei Low Roar che ripristina, come per magia, l'originaria atmosfera malinconica. La camera si allontana da Sam dandomi una visione del paesaggio desolato e rinvigorendo un fuoco interiore che si stava spegnendo.

«Your body has a way with me. But I'm exactly where I wanna be, but I'm a long way from home»

«No listen now, don't walk away, I've got nothing more to say. Can you see it in my dying face»

«Cause, you're a part of me and I'm a part of you»

«Cause, you're a part of me and I'm a part of you»

I miei sensi sono letteralmente atrofizzati. Nella realtà e nel gioco, impossibile udire null'altro che le parole di quella canzone malinconica mentre avanzo, premendo strettamente più che posso i tasti L2+R2, attraverso un paesaggio desolato, apparentemente incontaminato e avvolto da una natura che da milioni di anni trova, sempre e comunque, un modo per sopravvivere.

Grazie Igor

Proprio mentre sono avvolto dalla solitudine più totale, giungo di fronte a una scala che mi invita ad attraversare un torrente. Avevo pianificato un altro percorso ma, osservandolo da vicino con maggiore attenzione, mi ero sbagliato! O perlomeno, era molto più complesso di come appariva in un primo momento osservandolo da lontano con l'ausilio dalle Manette-Link (ugh!).

Gli lascio un "Mi Piace". La presenza di quella scala m'ha scaldato il cuore: Death Stranding non è solo un paesaggio desolato e pianeggiante interrotto da rocce e torrenti.

C'è molto di più.

D'un tratto mi pare di udire un lamento... come... il verso di un neonato.

Ma no, dev'essere stata la mia immaginazione.

Attraverso la scala e, grazie all'aiuto della scansione topografica dell'Obradek, riesco a individuare altre scale e corde che mi consentono di passare attraverso un sentiero che mai e poi mai avrei potuto attraversare con la misera attrezzatura in mio possesso.

Arrivato in cima, mentre inondo Igor di "Mi piace", un ricordo improvviso. Ma... Igor era il nome dell'addetto allo smaltimento cadaveri? Quello rimasto ucciso nell'esplosione?

Sì, sono quasi certo che si chiamasse Igor. No, è ancora la mia immaginazione.

«Grazie Igor. Grazie di cuore».

Il mio status è "fottuto"

Ecco l'impianto. Soltanto poche decine di metri ci separano dall'obiettivo. E di nuovo la malinconia mi assale. Osservo un cielo fatto di particelle antigravitazionali che librano nell'aria, cupo, grigio come la struttura d'incenerimento abbandonata di fronte a me.

Il passo si fa più lento e incerto. Continuo a tenere stretti i tasti L2+R2 come se non volessi lasciarli mai più. Cerco vanamente di rallentare il tempo che mi separa dall'inevitabile gesto che sto per compiere, ma il terminale si trova di fronte a me: «Cremazione: inserisci un cadavere nell'inceneritore». Devo premere X e confermare. "È solo un videogioco. Solo un tasto". Premo X.

Sam poggia il corpo di sua madre nella postazione apposita. Lentamente. Delicatamente. Abbassa gli occhi per darle un ultimo saluto. Chissà cosa sta pensando in questo momento.

In pochi istanti le fiamme inondano la camera crematoria. Un fumo nero e denso si sprigiona nell'aria da un'enorme e lunghissima canna fumaria al centro dell'edificio.

D'improvviso: lampi. Tuoni. Appare un arcobaleno rovesciato. So cosa significa.

«La densità chirale è in aumento», è Deadman. «Devi tornare subito».

Poi sento la voce di Die-Hardman: «Sam, brucia l'altro carico prima di andare».

Altro carico? Quale altro carico? Di che diavolo sta parlando!

Sam allunga le mani dietro per controllare: c'è una piccola sacca gialla chiusa che non avevamo notato. La apre, ma ho già capito di "cosa" si tratta.

«È BB-28. L'unità assegnata a Igor». Igor. Non mi sbagliavo allora. «Ne è stato disposto lo smaltimento. Central Knot è stata distrutta perché quel coso non ha fatto il suo lavoro», la voce di Deadman non lascia trasparire alcuna esitazione.

«Ma è ancora vivo!», risponde Sam mentre io agito vigorosamente la testa.

«Non può essere riparato e non può sopravvivere fuori dalla capsula», insiste Deadman.

Un lampo: la luce va via e tutto attorno a noi piomba nell'oscurità. Subito dopo un altro fragoroso tuono. Sam si avvicina a una finestra rotta per dare un'occhiata fuori: "Thump". Un tonfo fortissimo lascia la traccia nera d'una mano sul vetro. Le Creature Arenate ci stanno circondando.

«Sam, se vieni mangiato comparirà una voragine. Tu sopravviverai certo, ma la zona circostante rimarrà un cratere».

Siamo "fottuti". Ma c'è ancora una speranza: BB-28. Proviamo a collegarlo a noi con un cavo che ha la forma di un cordone ombelicale. Un attimo dopo rivediamo il viso di quell'uomo, quello interpretato da Mads Mikkelsen. Sam strabuzza gli occhi. Ma funziona... funziona!

Il primo incontro con le Creature Arenate

Il radar Obradek si è attivato: ora possiamo rilevare le creature con R1. Le nostre chance di sopravviere sono aumentate. Accovacciandomi con il tasto Cerchio posso spostarmi lentamente riducendo il rumore prodotto dai passi. Tenendo premuto R1 posso trattenere il respiro rendendo la mia presenza meno palese per le CA; ma devo fare attenzione: se la barra della resistenza si svuota, Sam farà un respiro profondo e allora... sarò fottuto. Stavolta sul serio.

Sono terrorizzato ma devo proseguire.

Esco fuori e osservo quello che fino a cinque minuti prima era un normale terreno pianeggiante con qualche roccia sparsa qua e là e che adesso s'è trasformato in uno scenario terrificante, popolato da scure creature particellari sospese tra la vita e la morte, invisibili, mobili eppure legate al cielo tramite un cordone ombelicale che le "lega" al mondo dei vivi.

Trattengo il respiro e avanzo. Mi muovo a destra. Poi a sinistra. Giro la telecamera di 360 gradi. Non so dove andare, sono letteralmente circondato da quelle creature. Circondato!

Il sound design è raccapricciante. Agli opprimenti rumori ambientali e ai gorgheggi oltretombali delle creature, si mescola l'ansiogeno trottolio del radar Obradek che sta roteando, sempre più velocemente, quanto più prossima è la presenza delle CA, emettendo un segnale acustico sempre più acuto e penetrante.

Sto ancora trattenendo il respiro mentre mi avvicino a una roccia che m'appare come fosse un'oasi in un deserto di morte e terrore, un appiglio da afferrare per non precipitare nell'abisso.

Ma ho trattenuto il respiro troppo a lungo senza rendermi conto che la barra della resistenza era calata al minimo. Sam è costretto a tirare un respiro profondo, talmente profondo che, quando lo emette, nelle mie orecchie pare avere lo stesso impatto d'una bomba che esplode.

Ma non era il rumore di una granata, era l'urlo di una CA impazzita che ha percepito la mia presenza. È questione di un attimo: la CA passa dallo stato gassoso allo stato liquido trasformandosi in una palude nera che s'allarga in un istante tutt'attorno senza lasciare via di scampo. Luride presenze dall'oltretomba cercando di afferrarmi per trascinarmi giù nel loro mondo orrorifico fatto di morte e catrame. Premo all'impazzata il tasto Quadrato: "Scrolla di dosso". La barra del vigore scende ma è ancora piuttosto piena. Posso farcela.

L'agonia dura soltanto un minuto. Un minuto che m'è sembrato durare un'eternità.

Non so come, ma riesco a uscire dalla palude con la barra del vigore ancora piena per metà.

Mi allontano il giusto per osservare dietro di me l'orrore nel quale stavo per precipitare.

Sono paralizzato.

"Io" posso tirare un sospiro di sollievo.

"Sam" non può farlo. Non ancora. Le creature maledette percepirebbero la sua presenza.

Cristalli chirali

Osservo la mappa dell'Obradek per rivalutare la situazione. Voglio fuggire, ma il mio istinto di videogiocatore esploratore mi fa scorgere l'indicatore di un materiale misterioso: "cristalli chirali". Si trovano vicino a una roccia a pochi metri di distanza. Non so cosa siano ma potrebbero essere utili. Cosa faccio? Non ho la più pallida idea di come uscire da questa situazione.

Così come quella roccia prima, questi cristalli chirali mi attirano come fossero un'ancora di salvezza.

Mi avvicino. Altro che salvezza, hanno la forma di una mano che subito mi afferra e mi trascina verso l'abisso: le CA mi hanno individuato e stramazzo, di nuovo, nella palude della morte.

Questa volta il vigore è diminuito ed è più difficile liberarsi. Ancora una volta: pochi secondi che paiono durano un'eternità: «Lo sapevo che non li dovevo prendere. Lo sapevo» affermo mentre distruggo il tasto quadrato nel tentativo di sfuggire al mio patetico destino.

La barra del vigore è quasi a zero e lampeggia di giallo come fosse il fanalino di coda della mia dipartita.

Premo. Premo ancora. Premo più velocemente che posso.

Oh, mio, dio.

Sono salvo per miracolo. Vaffanculo cristalli chirali. Non voglio vederli mai più. Ora ho solo un desiderio: fuggire il più lontano possibile da quell'incubo. Con l'Obradek mi pare d'intravedere una via non troppo popolata dalle CA. Non ci penso neanche un secondo e subito mi ci fiondo, senza ovviamente sottovalutare eventuali mutamenti di stato del radar. È di colore azzurro. Ciò significa che la situazione è sotto controllo.

Dopo una cinquantina di metri raggiungo la corda e le scale di Igor. Posso tornare indietro.

Grazie ancora Igor. Grazie davvero.

Grazie BB. Perdonami

C'è ancora la cronopioggia. C'è ancora un pendio scosceso da percorrere a ritroso. Ma il peggio è passato. Rilevo altri cristalli chirali: cosa diavolo saranno mai? Mi allungo per provare a scoprirlo e tento di raccoglierli: «Per ottenere questo tipo di cristalli è necessario un dispositivo speciale».

Voglio morire. Ho rischiato la vita per niente. Vabbè dai, "la vita". È "solo un videogioco".

Infastidito da questa scoperta corro via accelerando il passo. Ma in Death Stranding non bisogna prendere niente alla leggera. Osservare bene la conformazione del terreno è fondamentale, soprattutto quando c'è la cronopioggia che lo rende più fangoso e scivoloso.

Lo scopro sulla mia pelle quando la faccia di Sam si spiaccica per terra inciampando rovinosamente da una leggera sporgenza che a prima vista sembrava innocua. Non ho carichi con me, quindi non ho potuto rovinare nulla d'importante, ma il BB ha accusato la caduta e comincia a piangere forte.

«Calma il BB premendo L1 + Freccia in basso → Quadrato. Se muovi il controller delicatamente su e giù, l'effetto verrà incrementato».

Seguendo le indicazioni attivo la prima persona e vedo il BB che si agita confuso e impaurito. Povero bimbo. Non bastavano le CA, ha dovuto anche subire le conseguenze della mia distrazione. Lo cullo dolcemente più che posso finché non si calma. BB porta il pollice alla bocca per succhiarselo e cade in un sonno profondo. Grazie di tutto BB. Perdonami.

Capisco che il peggio è davvero passato quando intravedo il centro di distribuzione in lontananza e, ancora una volta, i Low Roar mi accompagnano per quell'ultimo tratto di strada con "Poznan":

«And if we ever break these walls down? It’s easier said than done, would I be crazy enough to follow?»

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