La La Land, la recensione scritta da... Hideo Kojima

La La Land artwork

Kojima ha scritto una vera e propria lettera d'amore per La La Land in una recensione da non perdere.

Come poteva Mr. Hideo Kojima non lasciarsi trasportare dall'amore e dal sentimento di "La La Land", ultimo acclamato film di Damien Chazelle (Whiplash, 2014)? Il record di 7 Golden Globe ottenuti e ben 14 nomination agli Oscar (solo "Titanic" e "Eva contro Eva" erano arrivati a tanto) non hanno lasciato indifferente il game designer giapponese, che come tutti sappiamo è un grande amante del cinema, tanto da esser stato accusato su più fronti dello "stampo cinematografico" seguito da tutti i capitoli della saga videoludica di Metal Gear Solid, compresi gli ultimi due: Metal Gear Solid V: Ground Zeroes e The Phantom Pain.

Per Hideo Kojima, il percorso degli ultimi anni della sua vita è stato tortuoso. Ne aveva parlato in più occasioni, ad esempio paragonando il suo lavoro a quello dei pionieri del viaggio sulla luna, affermando: "La creazione è solitudine, a volte dicono che sono pazzo, poi guardo i making of dei film e mi accorgo di non essere da solo".

Ma dopo l'allontanamento da Konami e il naufragio di Silent Hills, che avrebbe dovuto dare corpo alla famosa e ormai mitologica demo P.T., Kojima non si è arreso e ha fondato un suo studio, la Kojima Productions, ricevendo il premio Industry Icon agli ultimi Game Awards dopo esser tornato sulle scene con Death Stranding, titolo che vedrà la collaborazione del regista Guillermo Del Toro (Hellboy, Pacific Rim) e di attori del calibro di Mads Mikkelsen (Hannibal) e Norman Reedus (The Walking Dead).

Hideo Kojima

L'autore, ha rivisto in La La Land una metafora del cammino da lui percorso, del suo viaggio all'inseguimento di un nuovo e più grande sogno da realizzare. Di seguito, l'adattamento in italiano (tratto dall'adattamento in inglese a sua volta tratto dall'originale testo in giapponese), della sua opinione sul film, dal quale traspira chiaramente tutto l'amore per il suo lavoro e la sua grande e sconfinata passione per il cinema.

Se non avete visto il film, attenti perché è presente qualche spoiler sulla trama.

Lettera d'amore per La La Land - di Hideo Kojima

Qual è il potere che i film hanno su di noi? E qual è il potere che hanno i sogni? Io credo di aver trovato la risposta in La La Land.

Il film si apre con una scena musicale energica che evoca il trambusto dell'autostrada di Los Angeles. La sua magia mi ha subito affascinato per la sua musica gioiosa e i colori abbaglianti. Queste vivaci e stravaganti scene iniziali sono un forte richiamo al periodo d'oro dei musical del dopoguerra come "Un Americano a Parigi" (1951), "Cantando sotto la pioggia" (1952) e "Spettacolo di varietà" (1953).

I moderni film di Hollywood contengono raramente scene tanto brillanti. Questo dimostra che non è stata rappresentata la vera Los Angeles, ma una stravagante terra dei sogni dove le fantasie del cinema e il "sogno americano" continuano a vivere tenendosi per mano. Ed è qui che un aspirante pianista Jazz (Ryan Gosling) e un'attrice promettente (Emma Stone) si incontrano e si innamorano per inseguire insieme i propri sogni. È un classico racconto agrodolce che ti riempie il cuore e nel quale chiunque potrebbe rispecchiarsi.

Una scena del film La La Land

Nel film, questa versione immaginifica di Los Angeles è raffigurata passando per quattro stagioni distinte. Con il passare del tempo, i due amanti si avvicinano e affrontano difficoltà, via via, avvicinandosi sempre più alla realizzazione dei loro sogni. Eppure, più si avvicinano all'obiettivo, più i colori vivaci della fotografia svaniscono. Più il sogno diventa realtà, più la dissolvenza dei colori trasmette il messaggio che i sogni non possono realizzarsi senza pagare il prezzo del sacrificio. Cosa resta dopo? Soltanto un'innocua realtà? Io non la penso così e penso che sia questo il vero messaggio del film.

Osservando il viaggio dei due protagonisti, il film porta il pubblico a realizzare che, dopotutto, non si tratta di una terra dei sogni. Alla fine della pellicola, vediamo Emma Stone su una macchina che lascia l'autostrada, tornando a Los Angeles dopo tanto tempo e lasciandoci lì, a chiederci cosa accadrà.

A mio avviso, i musical sono l'incarnazione del sogno americano che ha cominciato a svanire alla fine degli anni '60. L'America era stata messa in ginocchio dalla guerra del Vietnam e il cinema classico ha lasciato il posto alla Nuova Hollywood. Ma questo cambiamento non segnò la fine del cinema e di tutti i film. Anche se i musical si sono quasi estinti, il cinema continua a mostrarci sempre nuovi sogni. La La Land, come semplice revival dell'età d'oro di Hollywood, che riesce a far riemergere il passato ideologico dell'America, avrebbe potuto scivolarmi via, ma mi ha trascinato a sé, perché ha saputo sfrecciare lungo l'autostrada dei sogni e correre attraverso la vera Los Angeles proprio un attimo prima di ripartire per un nuovo viaggio, verso un nuovo sogno.

La La Land ci mostra entrambi i lati: il dolce e l'amaro, del creare e guardare un film come abitanti del mondo moderno, di avere dei sogni e di volerli tramutare in realtà. Ecco perché ho voglia di riguardarlo, ancora, e ancora, perché la sua è la storia di un mondo moderno inflessibile che soltanto un film può riuscire a rappresentare con tanta chiarezza.