Il digitale è meglio - opinione

Digital delivery vs retail.

Allo scoccare del 2016, in qualità di videogiocatore e consumatore d’intrattenimento di tutti i generi, ho deciso di concretizzare un’idea che stavo accarezzando e tastando da un bel po’: acquistare e utilizzare soltanto contenuti digitali, a qualsiasi prezzo e accantonando (quasi) definitivamente l’amore per le custodie, le cianfrusaglie e tutte le cose bellissime che si porta dietro il supporto fisico che ha contraddistinto il periodo di picco massimo della mia passione per l’inafferrabile universo dell’industria culturale.

Questo cosa vuol dire esattamente? Beh, che di punto in bianco ho deciso di abbandonare totalmente la convinzione che mi portava ad acquistare un prodotto d’intrattenimento rivolgendomi esclusivamente al mercato retail e la sua arcaica concezione di messa in vendita di un gioco, di un film o di un disco musicale. Ad un tratto, complice forse l’imminente avvento della fibra ottica dalle mie parti, è venuta a mancare quella magia che mi portava a ricoprire le mensole della mia cameretta con ritrovati vecchi, nuovi, ancora da spacchettare e spesso impolverati del mondo dei videogiochi.

Non solo, perché lo sbarco di Netflix nel Bel Paese ha avuto la meglio anche sulla mia cara collezione di Blu-ray, a sua volta erede della corposa schiera di DVD di film e serie TV di tutti i tipi che campeggiavano fieramente in ogni spazio libero delle quattro mura da cui vi scrivo. Pensandoci bene, quella del servizio di streaming televisivo americano è stata la bastonata finale al mio legame terreno con i supporti fisici, come se negli anni non fossero bastati la TV satellitare, il digitale terrestre, gli smartphone, i tablet, la chiusura del negozio di videogiochi in cui passavo giornate intere e la fioritura dei titoli indie su console e PC.

Ecco un estratto del post che pubblicai sul mio profilo Facebook quando maturai definitivamente la decisione, uno stralcio fondamentale per proseguire il discorso dell’articolo che state leggendo:

Non sto parlando solo di videogiochi, ma anche di film, musica, serie tv, fumetti, libri e tutto ciò che concerne la sfera dell’immaginario. Il motivo è molto semplice: la cultura è immateriale, quindi che senso ha accumulare tonnellate di dischi e confezioni sempre più povere se poi non potrò portarle con me quando passerò a miglior vita?

E poi oh, parliamoci chiaramente: lo spazio inizia a essere poco e la comodità ancora meno”.

Collezione di videogiochi retail

Tutto chiaro? Bene, ora restringiamo il discorso, focalizziamoci in particolare sui videogiochi e scendiamo per un attimo con i piedi per terra per guardare all’atto pratico i vantaggi di una scelta del genere. Perché, quindi, al netto dei prezzi in alcuni casi più vantaggiosi, le offerte e il ritiro dell’usato, sostengo che il digitale è meglio rispetto a un comune disco in vendita nei negozi?

Partiamo dalla cosa più semplice: il digital delivery è dannatamente comodo. Un tempo, precisamente all’epoca di Xbox 360, che non aveva i Blu-ray come PlayStation 3, tra le chiacchiere da forum degli appassionati di videogiochi si dibatteva spesso sulla scomodità del cambiare disco nel bel mezzo di una partita. Io, tenendo in conto anche il fatto che i giochi su più dischi si contavano sulle dita di due mani e che esisteva l’opzione per installare i contenuti degli stessi sull’hard disk della console, ero senza dubbio dalla parte di Microsoft: “che mi costa alzare il culo dalla sedia una volta ogni 15 ore di gioco?”, sostenevo arditamente.

Da allora le cose sono cambiate, i sistemi operativi della macchine da gioco si sono evoluti e i giochi escono contemporaneamente sia nei negozi fisici che in quelli digitali. E allora in questi mesi ho fatto un po’ il voltagabbana: il culo dalla sedia non lo alzo più, perché quando mi concedo un paio d’ore d’intrattenimento voglio essere libero di passare agilmente dalla campagna di Uncharted 4 a una partita a FIFA 17 con mio fratello, buttandomi successivamente su una puntata di Boris via Netflix, senza fare uno sforzo che sia pure minimamente maggiore del premere il tasto centrale del controller della console e attendere pochi caricamenti.

Pensate allo stesso procedimento in un mondo in cui non esiste ancora la distribuzione digitale: togli il disco di Uncharted 4, trova e metti quello di FIFA 17 e via discorrendo. Invece no: voglio sedermi sul divano controller alla mano e giocare a qualsiasi gioco presente nella mia collezione, senza precludermi nessuna possibilità. Nemmeno quella in cui arrivi la mia ragazza a farmi spegnere tutto per uscire.

Download Uncharted 4 PS4

A tutta questa bella chiacchiera, chiave di lettura fondamentale per iniziare a filosofeggiare sul digitale, va aggiunta un’altra (e già accennata) comodità: acquistando un gioco digitale, connessione internet permettendo, si ha la possibilità di giocare nel giro di poche ore ai propri acquisti restandosene pigramente seduti sul divano. Evitare i lunghi pellegrinaggi verso i negozi di videogiochi in un mondo in cui quasi non esistono più i luoghi amichevoli delle realtà private di qualche anno fa, soprattutto durante i day one dei titoli più famosi e attesi dell’anno, può essere un valore aggiunto non indifferente.

Ma anche ragionando al di fuori della questione day one il digitale ha comunque dalla sua tutti i vantaggi e la comodità dell’acquisto da casa. Una pratica che proviene dall'universo degli smartphone e dei tablet e che, in un’era in cui grazie all’utilizzo di queste ultime due tipologie di device stiamo lentamente dimenticando il supporto fisico, apre a un tipo di fruizione totalmente diverso e nettamente superiore al passato.

Soprattutto con l’evolversi delle console, infatti, in futuro il digitale ci permetterà di avere tutta la nostra collezione di giochi in un solo posto. È il caso, ad esempio, di Xbox, che tra Xbox One, Play Anywhere e Project Scorpio sta spalancando le porte a uno scenario di questo tipo: non importa dove acquisterò Gears of War 4 il prossimo 11 ottobre, perché mi basterà accedere a una console o un PC marchiato Xbox per usufruire del mio acquisto, anche ad anni di distanza e con tutte le migliorie tecniche e i vantaggi del caso. Possiedo un PC da gioco in grado di farlo girare a dettagli altissimi a 1440p? Benissimo. Voglio sentirmi libero di spostarmi dalla scrivania al divano dove padroneggia la mia Xbox One continuando da dove avevo smesso la volta precendente? Ancora meglio. Tra cinque anni avrò un portatile che potrà farmelo giocare mentre sono in volo per le vacanze? Ma che ve lo dico a fare...

Esatto, lo so cosa state pensando. È un po’ la stessa cosa che accade da tempo su PC con Steam: ho voglia di giocare ad Half Life 2 a 14 anni dalla sua uscita? Accedo allo stesso account su cui lo acquistai nel 2002 e lo faccio partire sul mio PC attuale, senza limiti e grattacapi di sorta. Anzi, a dire il vero uno ce ne sarebbe, ma è più legato al fatto che, purtroppo, non tutti i servizi sono disponibili su tutte le piattaforme. E qui sforiamo nel discorso del multipiattaforma, del “male” delle esclusive e della concezione di videogioco da salotto classica che ormai lascia il tempo che trova, come appunto dimostrano le recenti evoluzioni del mercato.

Digital delivery: Steam

Metteteci pure il discorso dei saldi, non solo di Steam, ma anche di Xbox e PlayStation, e la quadratura del cerchio è servita: è ancora vero che un gioco fisico, oltre che brillare dell’intramontabile bellezza della materialità, ha un valore economico che può tornare utile per permutare un titolo all’uscita di uno nuovo, ma siamo sicuri che gli sconti digitali non possano portare a un risparmio uguale o addirittura maggiore?

Prendete un esempio semplice come quello di L.A. Noire, che in questi giorni costa €5,99 su Steam. La stessa edizione, ovvero quella comprensiva di tutti i DLC, costa circa €14,99 in formato fisico, ammesso che riuscite a trovarla da qualche parte a 5 anni dalla sua uscita. E quanto varrebbe un’eventuale copia usata da rivendere? Probabilmente meno di €10, ma è un discorso che non persiste perché su PC il mercato dell’usato non esiste. Bene, e allora facciamo un altro esempio. Ecco la situazione attuale di GTA V per Xbox One:

  • GTA V retail nuovo: €74,99 (prezzo presso la catena GameStop)
  • GTA V retail usato: €54,99 (prezzo presso la catena GameStop)
  • GTA V digitale: €41,99 (prezzo durante i saldi estivi Xbox)

Quello di GTA V è un esempio particolarmente calzante, perché si tratta sicuramente di uno dei giochi più venduti e richiesti degli ultimi anni, anche a tantissimi mesi dalla sua uscita. E allora perché privarsi di uno o più giochi della propria collezione se con un po' di pazienza si può finire per possederli tutti per sempre?

Insomma, cari amici di Gameplay.it, quello che sto cercando di farvi capire è che sì, possedere un gioco ha ancora il suo fascino, ma porta con sé una serie di svantaggi logistici ed economici non indifferenti e che nel 2016 stanno diventando dei compromessi un tantino antiquati. Il mondo è bello perché è vario, e, finché ci sarà la possibilità di scegliere, ognuno comprerà i videogiochi nel modo che preferisce, ma il futuro va in una sola direzione: perché lasciarsi trovare impreparati dal cambiamento e il progresso che incombe inesorabile?

È solo questione di tempo prima che la distribuzione digitale prenda definitivamente il sopravvento, sta a voi scegliere se subirla o abbracciarla. Io, come avete avuto modo di leggere, ho deciso da qualche mese di abbandonare totalmente il formato fisico, e chissà se a fine anno sarò riuscito a resistere al richiamo delle confezioni e dei dischi che tanto ho amato. Anche perché, è chiaro, i regali e le copie promozionali non posso proprio rifiutarli…