E3 2018: La concretezza della conferenza PlayStation

Sony scende in campo con attesi gameplay: The Last of Us II, Ghost of Tsushima, Death Stranding...

Un pizzico di romantica nostalgia e uno sguardo attento al futuro. Questa è stata, in due parole, la formula della conferenza PlayStation di Sony di questo E3 2018. Cominciata subito con una location fuori dagli schemi sontuosi e fastosi degli scorsi appuntamenti, molto lontana da quel pavimento/schermo che illuminava il passaggio di Hideo Kojima, come un dio, accompagnato dalle maestose e potenti note dell'orchestra ch'echeggiava la colonna sonora di Mad Max: Fury Road, lungometraccio caro al game designer giapponese.

Una sorta di intima capanna, pochi gradi Kelvin ben distribuiti a farci compagnia, un'atmosfera familiare e calorosa. Sul palco: Gustavo Santaolalla, compositore della colonna sonora di The Last of Us. La mente torna indietro a cinque anni prima, quando quello che sarebbe diventato uno dei giochi più acclamati della storia, faceva la sua prima apparizione nelle case di tutti i videogiocatori. Sono pochi deliziosi minuti; poi è il momento di guardare al prossimo futuro: The Last of Us Parte II.

La prima sequenza filmata sprizza Naughty Dog da tutti i pori e ci consegna, quasi subito, un'imbarazzato e prevedibile bacio saffico tra Ellie e la sua nuova amica. Solo la conferma a sostegno della tesi sull'omosessualità della protagonista, sostenuta da tanti di quelli che avevano messo le mani sul breve ma intenso DLC del primo capitolo: Left Behind, ed esplorato in esso la dolce relazione tra Ellie e Riley.

The Last of Us Part II, bacio gay di Ellie

La dolcezza di quel bacio, l'umanità e la morbidezza delle espressioni facciali, sfumano nella brutale violenza omicida di Ellie, prima diapositiva di una lunghissima sequenza di gameplay che lascia senza fiato, forgiata da un dinamismo e una compattezza tra sequenze scriptate e d'interazione che lascia interdetti. Animazioni perfette accompagnate da un'intelligenza artificiale impeccabile, o una dose di artifizio di un team di sviluppo che vuole lasciare un segno indelebile nel cuore del suo pubblico? Non ci è ancora dato saperlo: nessuna data di uscita, per ora. Ma basta, per un istante, richiamare alla mente i passi in avanti fatti dai Naughty Dog con il meraviglioso Uncharted 4: Fine di un ladro, per metterci il cuore in pace e immaginare senza indugio un futuro sublunare.

Momenti magici, interrotti da una mossa, ritmicamente e strategicamente inopportuna per una conferenza di tale portata: un processo che pare infinito (almeno 15 minuti) in cui si ingurgitano "chiacchiere riempitive" e svariati trailer già visti nei giorni precedenti, in attesa che il pubblico venga spostato in un'altra sala più grande per dare il via definitivo alla seconda parte della conferenza. Un errore incomprensibile che disarmonizza lo show, offuscato dai vincenti ritmi serrati dell'impressionante conferenza Microsoft trasmessa in streaming solo 48 ore prima.

Ghost of Tsushima e tante sorprese...

Dopo l'interminabile attesa, un assolo di piffero di bambù ci teletrasporta nel Giappone feudale di Ghost of Tsushima, direttamente in-game nei panni di un giovane samurai (Jin). I Sucker Punch, team di sviluppo acquisito da Sony nel 2011 con sede a Bellevue (Washington), riescono a ricreare, a dispetto delle origini nordamericane, architetture e atmosfere orientali vive e credibili, allontanandosi abbondantemente dallo stile cartoonesco di Sly Cooper e dalle americanissime deflagrazioni di Infamous. Le battaglie spada contro spada sono serrate, forse troppo scriptate? Lo vedremo, ma i dubbi lasciano subito spazio allo stupore innescato dalla meravigliosa costruzione scenica del duello finale, fra centinaia di foglie svolazzanti scagliate dal vento, a ricordare vagamente il film Hero (2002), mentre il fuoco della battaglia impazza intorno. Cambi di guardia, fendenti, contrattacchi, mosse corpo a corpo. Troppo action per ricalcare la tradizione cinematografica dei grandi maestri del cinema giapponese, ma non così tanto da frantumare l'immaginario visivo che ci hanno tramandato tali maestri.

Ghost of Tsushima

Mentre siamo ancora nel pieno dell'estasi, vengono mostrate a sorpresa le prime sequenze di un nuovo gioco dei Remedy, un action che tanto ricorda Quantum Break, forse troppo per lasciare davvero stupiti, ma sufficienti a strappare un sorriso malizioso pensando di aver visto tali immagini sullo schermo di Sony, quando fu proprio Quantum Break dei Remedy a essere presentato come gioco di punta del portfolio Xbox, sempre in quel di Los Angeles, nell'ormai lontano 2013.

Una breve parentesi prima di un'altro trailer a sorpresa, non tanto per il titolo in particolare, che era stato ampiamente pronosticato, ma per il modo: una PlayStation One sul tavolo e una rissa vista dal punto di vista di un sorcio che, dopo una lunga collutazione tra due uomini, fà prevedibilmente una brutta fine. Ma, meno prevedibilmente, scopriamo di quale gioco si tratta: è Resident Evil 2, dopo 20 anni dalla sua prima uscita, a ritornare a nuova vita come i morti viventi protagonisti dei primi capitoli della fortunata saga di Capcom. Ma a dispetto degli zombi assetati di sangue che Leon Kennedy dovrà nuovamente affrontare a partire dal 25 gennaio 2019, la pelle di questo Remake è più lucida e splendente che mai. Un'attesa e graditissima rimpatriata a Raccoon City che, per fortuna, vedremo anche su Xbox One e PC.

Si passa all'azione con il nuovo trailer esteso di Kingdom Hearts III. Sora, Pippo e Paperino accompagnati dai realistici personaggi di Pirati dei Caraibi. Intanto la data di uscita (29 gennaio 2019) ci ricorda che il prossimo gennaio sarà videoludicamente incandescente.

Death Stranding: il momento più atteso

Poi arriva il momento che tutti aspettavano di più.

E quest'attesa così spasmodica, così incontrollabile che ha fatto rimanere tante persone sveglie fino alle 3:00 di notte, è forse la prima colpevole di quel pizzico di melanconia e disincanto che, personamente, ma sono certo di non essere il solo, ho provato guardando il nuovo trailer di Death Stranding. Forse perché sono anni ormai che aspettavamo, finalmente, di vedere un primo gameplay, di poter "toccare con mano" questo inafferrabile e mitologico gioco di cui nessuno ha capito ancora nulla.

Il protagonista è Sam Porter Bridges (sarà il suo vero nome?), l'uomo delle consegne. La storia di una persona semplice, che trasporta corpi e scatole attraverso il mondo devastato e desolato che, grazie ai trailer precedenti, conosciamo sin troppo bene. Accompagnato dalle tristi note di "Asylums for the Feeling" dei Silent Poets e dalla voce malinconica di Leila Adu, veniamo accompagnati nella realtà del gameplay vero e proprio.

Death Stranding: feto

Un momento tanto atteso e finalmente giunto. Ma non c'è nulla di eccezionale; nulla di eccessivamente spettacolarizzato; niente lens-flare; niente ritmi registici hollywoodiani (che pure sono cari a Hideo Kojima); solo un uomo alle prese con il suo duro lavoro di corriere. Un po' come Nicolas Winding Refn, dopo l'acclamato e spettacolare "Drive", volle rallentare il ritmo vincente della precedente pellicola girando "Solo Dio perdona", così Kojima, amico ed estimatore del regista danese, rallenta e ci culla, adagiandoci lievemente nel suo immaginario, nella sua visione ancestrale di dolore e morte.

Due nuove attrici si aggiungono al cast: Léa Seydoux e Lindsay Wagner, che interpretano due nuovi e altrettanto misteriosi personaggi. Tanti nuovi indizi: una foto di famiglia con un viso sbiadito. Un improvviso rush cutaneo sulla pelle di Sam: "allergia chirale", sentiamo dire durante il video. "You have dooms(?) like me? What's your level?". Si parla di una malattia? Forse la parola livello sta a indicare lo stadio di una malattia, come con il cancro. E la risposta di Sam: "Ho il fattore di estinzione". Viene ammonito: "Se una di quelle cose ti prende, innescerai un voidout (annullamento)". Ma Sam collega il suo inquietante feto a un macchinario per avvalersene come una sorta di radar vivente, accendendo lo strano sensore a spalla che avevamo visto per la prima volta nel terzo trailer dei Game Awards 2017, pochi istanti prima di essere risucchiato nell'oblio.

Neanche il tempo di riprendersi, di mettere a fuoco ciò che Hideo Kojima ha voluto mostrarci, che uno spettacolare e cinematografico trailer di gameplay dedicato a Spider-Man ci riporta alla realtà: 7 settembre 2018, e poi potremo finalmente mettere le mani sull'ultima fatica di Insomniac Games (Spyro, Ratchet & Clank).

Tanta concretezza da parte di Sony, che rispetto a Microsoft preferisce mettere in campo la qualità rispetto della quantità. Sony non riesce a eguagliare l'agglomerato critico di annunci del concorrente americano, ma una cosa è certa: pentirsi di aver acquistato una PS4, dopo aver visto questa conferenza, è davvero impossibile.