GameStop ricatta i dipendenti? Bugie per mantenere il lavoro

GameStop logo

Scandalo GameStop: il "Circle of Life" è in realtà un "Cerchio della menzogna" sulla disponibilità dei giochi nuovi per spingere la vendita dell'usato.

Ricordate: "Ti presento i miei"? Una commedia a metà tra il comico e il romantico con Ben Stiller e Robert De Niro, in cui quest'ultimo interpretava il padre della fidanzata del protagonista, ossessionato dal "Cerchio della fiducia" nel quale il futuro genero doveva necessariamente "entrare" per conquistare la sua approvazione. Alla fine, quel cerchio non era altro che uno strumento di ricatto e controllo usato dal personaggio di De Niro per "tenere in pugno" il marito della figlia e controllarne le azioni.

Un plot similare, ma decisamente molto meno comico, fa da sfondo alla vicenda del "Circle of Life" che ha colpito la nota multinazionale di videogiochi retail GameStop.

La denuncia di Kotaku

Tutto è cominciato con la denuncia di Kotaku in un articolo intitolato "Nuovo programma GameStop spinge i dipendenti a mentire ai clienti", in cui viene descritto questo fantomatico programma Circle of Life. In pratica, GameStop assegna ai suoi negozi delle quote molto stringenti da rispettare, ad esempio quella di generare una certa percentuale di profitti dall'usato per evitare ritorsioni. Di che tipo? Le segnalazioni parlano di licenziamento o mancato rinnovo del contratto lavorativo.

Se un cliente si presenta in negozio a chiedere un gioco nuovo e quell'impiegato ha bisogno di far salire la sua quota di giochi usati, per mantenere il posto di lavoro dovrà mentire al cliente dicendo che il prodotto non è disponibile e proponendogli lo stesso prodotto usato.

Le fonti, che ovviamente vogliono restare anonime, sono dipendenti o ex-dipendenti della compagnia. Una delle fonti ha dichiarato a Kotaku: "Diciamo ai clienti che non abbiamo in negozio le nuove console, così da non subire $300-$400 a botta di vendite sul nuovo".

Una situazione allucinante che si amplifica ulteriormente durante l'uscita di titoli molto richiesti al day one, come recentemente Resident Evil 7 o Kingdom Hearts 2.8. Vendendo tanti di questi giochi aumenta vertiginosamente la "quota usati" da raggiungere spingendo i dipendenti, nei periodi delle grandi uscite, a mentire e usare sotterfugi più del normale.

La risposta di GameStop

Come prevedibile, Kotaku ha contattato GameStop per una dichiarazione sulla vicenda, la quale è arrivata dal Capo delle operazioni Tony Bartel, che ha negato di fare pressione su negozi e dipendenti: "I comportamenti descritti sono deplorevoli", ha affermato, "ma so che non rappresentano la maggioranza dei nostri associati. La missione di GameStop è aiutare i clienti ad avere consigli e prezzi migliori sui prodotti".

Negozio GameStop

Insomma, una risposta che non convince moltissimo e ha tutto il sapore di uno scaricabarile ai danni dei gestori dei singoli negozi della catena. Intanto stanno giungendo da tutto il mondo altre testimonianze su queste pratiche poco virtuose, che variano da paese a paese e da negozio a negozio, ma tutte accomunate dalla "spinta iniziale" indotta dal rispetto di quote esagerate imposte dall'alto.

La situazione di GameStop in Italia

Nel frattempo, in seguito alla pubblicazione della notizia, Multiplayer.it ha ricevuto e pubblicato una serie di testimonianze anonime: "dopo esserci presi il giusto tempo per verificare la loro attendibilità", afferma Simone Tagliaferri, redattore della testata.

Una testimonianza parla di "percentuali assurde di usato rispetto al nuovo. Ti fanno capire che vendere un gioco nuovo è dannoso. Fanno pressioni della serie 'ti chiudo il negozio' o 'ti trasferisco'. È capitato che clienti arrivassero da noi dicendo di non aver trovato PS4 in un punto vendita quando invece il magazzino era pieno".

A quanto pare, le percentuali riguardano anche il sistema di protezione dell'acquisto: "Una volta una buona media di protezione su disco era il 33%. Ora siamo passati alla media catena del 110%. Cosa significa? Se vendi un gioco senza protezione ti sei rovinato la performance giornaliera", dichiara sempre la stessa fonte di sopra.

Una seconda testimonianza parla di un'esperienza lavorativa molto stressante: "Ero pressato dallo store manager a vendere soprattutto usato con game protection, altrimenti lo store andava "male" e riceveva telefonate da parte dell'area manager o messaggi (con tanto di schermate di prova che Multiplayer.it afferma di aver ricevuto, ma che non ha reso pubbliche ndR). Gamestop Italia ha un programma di Key Performance Index (Indicatore chiave di prestazione ndR) che è visibile dal computer dello store e dall'area manager che ogni settimana circa pubblicava i dati di tutti i dipendenti e giornalmente di tutti gli Store". La fonte afferma che, in caso di sforamenti pesanti e persistenti nel tempo, si va dal richiamo al mancato rinnovo del contratto. In casi estremi in cui fosse l'intero Store ad andare male, piuttosto che il singolo dipendente, si procederebbe a un cambio di personale.

Pare evidente che, qualora queste dichiarazioni fossero veritiere, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio "sistema" (non importa quanto legale) eticamente molto discutibile.